Archivio per la categoria ‘Le prove dell’anima’

Santa Caterina da Siena, nel Dialogo della Divina Provvidenza, dice che l’anima è una città con molte porte. Le porte principali sono tre: volontà, memoria e intelletto. La volontà è sempre in nostro possesso ed è unita alle altre porte attraverso il consenso. Essa è l’unica porta in cui non entrano i nemici senza il consenso. Se, per esempio, la volontà acconsente ad una tentazione del nemico, allora l’intelletto si oscura opponendosi ai lumi dello Spirito Santo. Allo stesso tempo, la memoria ricorda i torti subiti, i diletti e i piaceri del mondo.  Allora i sensi (la lingua, intesa come il parlare, è considerata un ulteriore senso da Santa Caterina) si aprono in questo modo:

1) l’occhio viene rivolto a veder cose morte;

2) l’orecchio si diletta di ascoltare parole disoneste e fatti del prossimo per criticarli;

3) la lingua lancia parole ingiuriose che trapassano il cuore dei vicini, come coltelli che provocano l’ira;

4) l’odorato è usato per annusare disonestamente;

5) il gusto cerca cibo e bevande con appetito disordinato;

6) le mani sono usate per rubare e avere miserabili contatti;

7) i piedi sono usati per andare in luoghi di abominio.

Dio permette che il demonio disturbi su tutte le facoltà, tranne che sulla volontà a patto che essa non apre liberamente le porte alle tentazioni. Dio permette le tentazioni e le prove affinché l’anima passi da uno stato di negligenza ad uno più fervoroso, affidandosi a Dio. Resistendo alle tentazioni e abbandonandosi a Dio si cresce nelle virtù. Questo è il senso delle seguenti parole di Gesù:

“Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”.

Come, dunque, le porte dell’anima possono innalzarsi, purificarsi ed elevarsi alle Altezze di Dio?

Ce lo spiega Santa Caterina da Siena, in questo passo:

“Una volta che il cuore dell’uomo è trascinato dalla dolce forza dell’amore, come ti ho detto, vengono insieme attratte anche tutte le potenze dell’anima, ossia la memoria, l’intelletto e la volontà. Dopo che queste tre potenze sono accordate e unite nel mio nome, tutte le altre operazioni che l’uomo compie – in opere e pensieri – risultano belle, e a me unite, per effetto dell’amore che si è sollevato sino a raggiungere Cristo, che è l’amore crocifisso. Bene si espresse perciò la mia verità allorché disse: “Quando Io sarò elevato in alto, trarrò a me ogni cosa”. E, infatti, una volta che il cuore dell’uomo e le potenze della sua anima sono attratte dall’amore, tutte le operazioni che l’uomo compirà saranno ugualmente attratte a Cristo”.

L’amore, dunque, attrae, purifica, innalza ogni cosa.