Sensi della Scrittura spirata

Pubblicato: gennaio 6, 2011 in L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa

Dinanzi alla molteplicità di significati, l’esegesi storico-critica ha adottato la tesi dell’unicità di significato, secondo la quale un testo non può avere più significati. Ciò si scontra con le scienze del linguaggio e le ermeneutiche filosofiche che affermano la polisemia dei testi scritti. Alcuni principi da seguire sono i seguenti:

SENSO LETTERALE

Da non confondersi con quello letteralistico dei fondamentalisti. Oltre a tradurre il senso della parola, occorre comprenderla secondo le convenzioni letterarie del tempo.

Per esempio, il senso letterale dell’espressione metaforica “Abbiate la cintura ai fianchi” (Lc 12,35) è:
“abbiate un atteggiamento di disponibilità immediata”.

Il senso letterale di un racconto biblico non significa necessariamente che quel racconto è realmente accaduto, ma può essere anche frutto dell’immaginazione.

Il senso letterale della Scrittura è quello espresso direttamente dagli autori ispirati. Essendo frutto dell’ispirazione, questo senso è voluto anche da Dio, autore principale.

Gli esegeti, usando il metodo storico-critico, hanno spesso limitato a collegare il testo al preciso contesto storico. Al contrario, l’esegesi deve precisare la direzione di pensiero del testo che può avere sviluppi al di là del contesto storico.

Infine, il testo scritto è aperto a ulteriori sviluppi che si producono grazie a riletture in contesti nuovi, senza cadere nel soggettivismo.

IL SENSO SPIRITUALE

E’ il senso espresso dai testi quando vengono letti sotto l’influsso dello Spirito Santo, nel contesto del mistero Pasquale di Cristo e della vita nuova che ne risulta. Se un testo biblico si riferisce direttamente al mistero pasquale di Cristo o alla vita nuova che ne risulta, allora il senso letterale corrisponde con quello spirituale. E’ il caso abituale nel NT. Quando c’è una distinzione, il senso spirituale non può mai essere privato dei rapporti con il senso letterale che ne rimane la base indispensabile. Il senso spirituale non va confuso con le interpretazioni soggettive dovute all’immaginazione o alle speculazioni intellettive. Esso scaturisce dalla relazione del testo con l’evento Pasquale e con la sua fecondità. L’esegesi antica ha interpretato tutta la Scrittura, fin nei minimi particolari, nella chiave del mistero Pasquale. Un aspetto del senso spirituale è quello tipologico: per esempio, Adamo è citato come figura di Cristo, oppure il Diluvio prefigura il battesimo, ecc.

IL SENSO PIENO

Lo Spirito Santo, autore fondamentale della Bibbia, può guidare l’autore umano nella scelta delle sue espressioni, in modo tale che queste esprimano una verità di cui egli non percepisce tutta la profondità. Questa viene rivelata nel corso del tempo grazie a:

– ulteriori realizzazioni divine che manifestano meglio la portata dei testi;
– l’inserimento dei testi nel canone delle Scritture.

Lascia un commento